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La Transilvania è patria d'origine di un'altra figura storicamente esistita e diventata leggenda legata ai vampiri e il vampirismo: la Contessa Erszébet (Elizabeth) Báthory. Vissuta a cavallo fra la seconda metà del '500 ed il primo decennio del 1600, era la nipote per parte di madre di Stephen Báthory, governatore della Transilvania e re polacco anche lui impegnato contro l'impero turco-ottomano proprio come Vlad. Il nobile nonno aiutò Dracula a riconquistare il suo trono nel 1476 ed uno dei castelli di Dracula fu ceduto alla famiglia Báthory durante il periodo in cui visse Erszébet. Fu concessa in sposa ad un conte di uan famiglia meno in vista all'età di 15 anni, ma poichè il castello era cupo e tetro ed il marito quasi sempre lontano per battaglie, Erszébet si dette ben presto al collezionismo di amanti per ravvivare una vita che trovava noiosa ed isolata. Fin da piccola, Erszébet soffriva di violenti mal di testa che sfociavano spesso in crisi convulsive (probabilmente già indice di una psiche instabile, e quindi i suoi atti conseguenza di una patologia non curata) e a cui trovava sollievo solo nella tortura. Maltrattamenti e percosse, bruciature, mutilazioni, morsi, infilzamento con aghi e spilloni, digiuno e assideramento fra le cause di morte delle vittime, ed ovviamente gli abusi sessuali. Gli uomini li utilizzava poco, la sua passione (!) erano le donne, le ragazzine, le vergini (pare addirittuta che avesse una sorta di "segretaria" deputata a ricercarle proprio le ragazze che "ancora non avevano assaggiato i piaceri dell'amore").
Da HorrorMagazine, articolo di Laura Cherri:CITAZIONE Erszébet si trastullava con decine di amanti e torturava le serve adolescenti. Tra le sevizie che prediligeva c’era quella di dare fuoco a pezzi di carta infilati tra le dita dei piedi delle ragazze. Oppure scaldava delle monete fino a farle diventare incandescenti e costringeva le vittime a prenderle in mano e a stringerle nel pugno. O ancora sfregiava i volti delle cameriere con ferri roventi, se queste stiravano male gli abiti costosi. Cuciva con del filo la bocca di chi (secondo lei) aveva mentito, conficcava aghi sotto le unghie, o spalmava di miele il corpo delle presunte ladre per poi abbandonarle nel bosco, legate a un albero, alla mercé di insetti e altri animali. La più mostruosa pratica rimase quella di bruciare il sesso delle giovani con una candela. Procurare dolore divenne il suo passatempo preferito. Di frequente faceva svestire le ragazze davanti ai servi per il puro piacere di umiliarle. Molte volte le violenze sfociavano nell’omicidio. Tra le numerose dicerie che si sono aggiunte alla macabra lista c’è quella che racconta di come la carne di alcune ragazze uccise fu servita più di una volta agli ignari soldati tornati dalla guerra al seguito del Conte. Scegliendo tra le anime più maligne, Erszébet mise insieme una corte formata da individui uniti dallo stesso comune interesse: la tortura. Tra essi spiccavano la già nominata Ilona Jó, le dame di compagnia Dorottya Szentes e Kateline Beniezky, e il valletto nano Ficzkó, l’elemento più terribile del gruppo, perché mosso dal furioso rancore verso le donne che l’avevano sempre respinto e deriso. La Contessa seviziava le ragazzine ovunque: nei suoi numerosi castelli e nella sua carrozza, durante gli spostamenti, quando si annoiava o quando il mal di testa la rendeva collerica. Quando nel 1604 morì il marito, arrivarono insistenti e copiose proposte di matrimonio, tutte mirate più al nome prestigioso e al patrimonio che all'affascinante contessa, da qui si dice sia iniziata la sua ossessione per la bellezza e la giovinezza: le ragazze dei villaggi mandate a lavorare al castello non ne uscivano più, altre svanivano nel nulla, perfino appartenenti ai ceti nobiliari più bassi cominciarono a sparire fra le mura del castello, dopo esservi state attirate con scuse e promesse varie. Fu solo a questo punto che la legge, nonostante le numerose denunce e sospetti che però niente avevano potuto fino ad allora contro il potente nome della contessa, si mise in moto. Le ispezioni al castello rivelarono la presenza di vere e proprie camere di tortura: mura, pavimenti e strumenti (fruste, gabbie, vergini di ferro, tavoli, coltelli, ...) tutti ricoperti di sangue vivo ed essiccato col tempo. Pare che quella delle abluzioni, dei bagni e dei pasti a base di sangue resti però solo una leggenda, una diceria passata di bocca in bocca dovuta al legame con l'altro famoso connazionale sanguinario, un modo dei perbenisti dell'epoca di sensazionalizzare la denuncia del male chiamato vanità (femminile), un modo per altri di farsi belli raccontando una storia da brivido. Esistono comunque i diari della contessa, custoditi fra gli archivi di stato a Budapest, che testimoniano, seppur le difficoltà di lettura a causa dello stato di conservazione e di decifrazione della calligrafia, di quali atrocità si fosse (gloriosamente per lei) resa esecutrice e protagonista.
La contessa nella fiction Secondo il parere di alcuni, il personaggio letterario di Dracula andrebbe fatto coincidere proprio con la bella Erszébet piuttosto che con il marziale Impalatore. - Elizabeth Bathory è la principale antagonista del libro Il signore dei vampiri, ultimo capitolo della trilogia I diari della famiglia Dracula della scrittrice americana Jeanne Kalogridis. - Nel 1965 la poetessa brasiliana Alejandra Pizarnik pubblicò La contessa sanguinaria, un poema in prosa che descrive le atrocità compiute da Elizabeth Bathory. - Nel 1973 uscì una produzione spagnola-italiana ispirata alla leggenda della contessa dal titolo: Le vergini cavalcano la morte. - Dalla storia è stato tratto il film La morte va a braccetto con le vergini del 1974 del regista anglo-ungherese Peter Sasdy, con Ingrid Pitt nel ruolo della contessa. - Sempre nel 1974 esce I racconti immorali di Borowczyk del regista Walerian Borowczyk che contiene un episodio intitolato Erzsébet Báthory e dedicato ad una breve biografia della contessa. In questo film il personaggio è interpretato da Paloma Picasso. - Nel 2008 era prevista l'uscita di ben 2 pellicole horror ispirate all'immagine della contessa: Báthory diretto da Juraj Jakubisko, nel quale è impersonata da Anna Friel, e The Countess, diretto e intepretato da Julie Delpy. - La celebre mangaka giapponese Riyoko Ikeda si è ispirata a questo personaggio per un racconto breve in coda alla sua opera più celebre, Le Rose di Versailles (Lady Oscar). Si intitola La contessa dagli abiti neri, ed è la prima storia breve che si affianca alla serie regolare. Ambientata in un periodo non specificato precedente la Rivoluzione Francese, tratta di una nobile francese ossessionata dal mito dell'eterna giovinezza, che per rimanere giovane e bella necessita di giovani donne di particolare bellezza, cui toglie la vita per ottenerne il sangue. Le sue vicende si mescolano a quelle dei protagonisti originali. Al termine del racconto l'autrice cita la vicenda originaria di Erzsèbet Bàthory, da cui ha preso spunto. - La protagonista femminile del manhwa Horror Collector (2006) di Lee So-Young si chiama proprio Elizabeth Bathory e a causa di una maledizione è costretta a nutrirsi ed immergersi nel sangue (non importa se di giovani uomini o donne) per riassumere sembianze umane.
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